Carbon Tax
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4 Commenti
  • andrea
    Pubblicato alle 10:15h, 09 Novembre Rispondi

    Sembra incredibile come tu abbia previsto quello che sta accadendo realmente nel clima. Secondo te, questo blablabla, di cui parla Greta Thunberg è giustificato?

    • GvLL
      Pubblicato alle 15:14h, 12 Novembre Rispondi

      Ho finito di scrivere il romanzo poco dopo la CoP21 di Parigi. Infatti Alain e Cecile (due protagonisti) ne parlano. Da allora molte nazioni hanno firmato il documento che fu predisposto, ma poi talvolta hanno cambiato idea. E’ questo il caso degli USA, per cui il presidente Trump ritirò la firma che era stata messa da Obama. Poi l’attuale presidente Biden l’ha nuovamente inserita. Questo fa capire come la politica possa avere un ruolo dirimente, soprattutto considerando che gli USA, dopo la Cina, sono la nazione che immette più anidride carbonica nell’atmosfera. Purtroppo Greta Thunberg ha ragione. Siamo giunti alla CoP26, ma finora sono prevalsi discorsi vani, e anche quando sono state fatte delle solenni promesse, esse sono spesso state disattese. Perfino gli obiettivi che vengono individuati talvolta sono più frasi ad effetto che propositi verificabili. Ad esempio, fissare a 1.5 °C l’aumento della temperatura media è ormai piuttosto velleitario. Si potranno mettere in atto una serie di azioni volte a ridurre l’impatto sull’ambiente della produzione di energia, ma stabilire una soglia così precisa serve solo a distrarre l’attenzione degli abitanti dei territori più a rischio, dove invece si dovrebbero effettuate interventi concreti. Un’altra proposta, più di tipo propagandistico, che legata alla realtà pratica, è l’idea di piantare mille miliardi di alberi per catturare l’anidride carbonica in eccesso. Qualcuno ha fatto giustamente notare che occorrerebbero secoli e lo spazio non basterebbe, volendo conservare anche le normali coltivazioni agriciole.

  • Giada
    Pubblicato alle 19:35h, 14 Settembre Rispondi

    In Italia si comincia a parlare di centrali nucleari piccole, sicure e con scorie radioattive facilmente smaltibili. Nel romanzo si accenna ad un aereo a propulsione nucleare. Potrebbe essere una soluzione praticabile fra qualche anno?

    • GvLL
      Pubblicato alle 19:36h, 14 Settembre Rispondi

      In una rete di generazione di energia elettrica distribuita, come quella che si va delineando nelle nazioni più industrializzate, volendo sfruttare le fonti rinnovabili, non ha senso ormai parlare di grandi centrali. La taglia di circa 200 MW potrebbe essere quella capace di garantire la massima flessibilità.
      Ormai esistono centrali con questa potenza, basate su combustibili radioattivi i cui costi di smaltimento a fine vita utile sono abbordabili, e che vengono ritenute più sicure di quelle delle generazioni precedenti.
      Centrali ancora più piccole, ad esempio con potenze di 10 MW, come quelle che potrebbero essere impiegate a bordo di aerei (ma non nella fase di decollo, che dovrebbe comunque sfruttare un combustibile tradizionale), sono allo studio.
      Nel secondo libro della trilogia se ne parla diffusamente.

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